Paola Gianotti
Sognando l’infinito. Come ho fatto il giro del mondo in bicicletta
Dario Torromeo
I miei giochi. In dieci Olimpiadi da inviato ho visto cose che voi umani…
Come ho sconfitto il cancro e raggiunto il mio sogno
Il 12 ottobre 2011 è una giornata indimenticabile per Paolo Pizzo: con un’ultima «stoccata a pompa», la sua specialità, diventa campione del mondo. Proprio a Catania, la sua città, e questa vittoria non potrebbe essere più bella. È qui che Paolo è nato e cresciuto, ai piedi dell’Etna, qui ha fatto i primi passi su una pedana, seguito dal papà, spadista come lui, e dalla sua famiglia, dove tutti hanno lo sport nel sangue. È il primo successo pieno, netto, esaltante. Ma c’è un’emozione segreta, in quel risultato, qualcosa che era sepolto e inaspettatamente riemerge in quel momento: il tumore al cervello che avrebbe potuto allontanarlo per sempre dalla scherma, dalla vita. Era ragazzino quando le crisi erano iniziate: brevi terremoti nella testa che gli impedivano di controllare i movimenti del corpo e lo lasciavano spossato. Paolo è un tipo combattivo, ma questa volta l’avversario fa paura. Nei mesi in cui affronta gli esami, i ricoveri, l’operazione, il ragazzo comincia a capire l’importanza di avere una grande squadra alle spalle: un padre come un allenatore, che non permette cedimenti e ha una fiducia incrollabile nelle sue risorse, un gruppo unito di persone care che sanno dare sostegno, un rigoroso programma di recupero. La stessa situazione che ritroverà più avanti, una volta intrapresa la carriera agonistica, quando un maestro straordinario e un lavoro appassionato lo aiuteranno a plasmare e a scolpire un carattere un po’ troppo esuberante. In questo libro il campione toglie la maschera per raccontare come si possono vincere le gare più dure. Una testimonianza schietta, diretta, per affermare che la felicità, nello sport come nella vita, non è la conquista di un record, ma una grandissima voglia di vincere.
Nell’anno delle Olimpiadi e degli Europei di calcio, Bruno Ballardini, intellettuale e sociologo, si interroga sui motivi dell’ossessione salutista che permea e scandisce le nostre vite.
Dal 5 al 21 agosto si svolgeranno le Olimpiadi di Rio de Janeiro. Si tratta della nuova edizione di un evento che si ripete da secoli, per il quale, addirittura, si deponevano le armi e si interrompevano le guerre. Lo sport, insomma, ha sempre costituito, nella storia umana, un fattore fondamentale e spesso inspiegabile di fratellanza nella competizione. Ma poi le guerre si son sempre riprese, gli uomini hanno continuato a cadere sotto i colpi delle armi, e lo sport s’è dimostrato essere soltanto un’inutile divagazione, con in più la capacità di dividere animi che, altrimenti, non si sarebbero mai contrapposti. Ora l’ossessione salutista ha fatto sì che lo sport sia la nuova e unica religione universale del nostro tempo, ma come ogni religione ha i suoi non praticanti e i suoi adepti infedeli: perché, ad esempio, alleniamo il nostro corpo e contemporaneamente lo avveleniamo fumando e mangiando male? E perché tentare di allungare la propria vita tenendosi in forma, quando è stato, invece, lo sviluppo della farmacopea a garantirci l’esistenza fino a un’età media sempre crescente?
Lo sport nel suo complesso sembra aver sostituito riti, assorbito funzioni e paradigmi fondamentali nella cultura primitiva, per riproporli in una forma modernamente accettabile. Non solo, ma fornisce un’efficace integrazione al sistema educativo e alla religione. Per alcuni, rappresenta un’innocua metafora della guerra, per molti altri il farmaco universale grazie a cui è possibile far crescere bene i giovani, sviluppare e fissare sani valori etici e morali, far tornare belli i brutti, prevenire ogni tipo di malattia, allungare la vita media dell’uomo medio.
In definitiva lo sport “fa bene”, ci aiuta nella nostra lotta contro il male e, in virtù di ciò, fare sport diviene quasi un dovere etico. Invece, lo sport fa male.
Pino è un cucciolo di pinguino un po’ speciale: non gli piace fare il bagno e non ha nessuna intenzione di tuffarsi nel mare gelido come fanno tutti i suoi simili! In fondo lui è un uccello, perciò si allena per imparare a volare. Ma quando arriva il giorno del Grande Tuffo, il suo volo si trasforma nel più straordinario dei tuffi!